Si sono conclusi i lavori per la realizzazione della nuova pista ciclabile su un tratto della Strada Provinciale 42 “Jesolana” via Fausta in...
La Villa Principe Pio è situata a Mira Porte sulla riva sinistra del Naviglio, prospicente alla strada Provinciale Naviglio Brenta, lungo la via Don Minzoni, strada comunale che porta al centro della frazione Mira Porte. La stessa è comoda ai mezzi di trasporto, autobus e a tutti i principali servizi. L'area è costituita da edifici storici e da edifici residenziali e risulta inserita nel contesto paesaggistico della "Riviera del Brenta".
Il prospetto principale, su via Don Minzoni, è caratterizzato da una facciata tripartita, scandita da aperture aventi fori con contorni lapidei dell'epoca. L'impianto originario del fabbricato potrebbe risalire molto probabilmente al 1700 e non ha subito modifiche che hanno alterato la costruzione originaria. Dalla strada si accede, per mezzo di una gradinata a due rampe realizzate in pietra d'Istria, al piano terra che è sopraelevato di metri 1.20 rispetto al piano stradale.
L'immobile consta complessivamente di 13 vani che occupano una superficie lorda, distribuita su tre piani fuori terra, di 800 mq per un volume v/p di circa 2.760 mc. La superficie coperta dell'edificio è di circa mq. 230, mentre l'area scoperta adibita a giardino con alberi ad alto fusto è pari a 1.500 mq circa.
Vincolo a' sensi art. 10 DLgs 42/2004 (beni culturali)
Nel 1881 l'immobile risulta intestato a Battaggia Andrea fu Giuseppe, successivamente, nel gennaio del 1882, viene ceduto a Rocca Giulio fu Leone e nel 1902 acquistato da Varisco Eugenio di Michelangelo, per poi passare nel 1913 a Patessio Ettore fu Domenico sino al 1916, anno in cui l'immobile viene acquisito dalla Società anonima Fabbrica Candele Steariche di Mira. Infine, il 26 Novembre dell'anno 1925 la Provincia di Venezia acquista, dalla Società Anonima Fabbrica Candele Steariche di Mira, l'immobile denominato villa Principe Pio, con rogito a firma dell'avv. Arrigo Mioni di Mira.
Secondo il Baldan le prime notizie che si hanno di questa Villa risalgono al 1740, attraverso la denuncia della casa al fisco. Da una puntuale precisazione cronologica, fornita dal Boschetti, i lavori comunque erano certamente conclusi nel 1729, poichè si delinea un edificio compiuto. L'immobile è un'autentica Villa Patrizia Veneta di due piani fuori terra, più un seminterrato ed un attico.
Nel soffitto del salone centrale era posto un affresco, Apollo e le Muse, attribuito a Nicolò Bambini. In una stampa del Costa si può vedere il suo primitivo stato, nel quale si rileva la singolarità della villa deteminata da un leggero aggetto in tutto il settore centrale. In passato, ospitò anche la locale Caserma dei Carabineri e la sede dell'Azienda di Promozione Turistica.
Nell'atrio di ingresso si trova, ricollocato in situ, dopo un intervento del 2009, uno strappo di affresco che rappresenta nella parte superiore Apollo citaredo nell'atto di additare il cielo: nella parte inferiore le nove Muse, cinque delle quali riconoscibili dagli attributi: da sinistra a destra, in primo piano Talia con la maschera comica, Calliope con lo stilo e la tavoletta, Urania con la sfera celeste, Erato con il violino e dietro di lei Euterpe con la tromba.
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