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Palazzo Testa

Denominazione Generale :
Palazzo Testa
Tipo immobile:
Edifici storici artistici
Indirizzo:
Cannaregio, 465-467-468
Comune:
Venezia - Centro Storico
Ubicazione:

L'immobile è ubicato nella parte nord-occidentale di Venezia, nel sestiere di Cannaregio, in una zona in cui l'eterogeneità delle strutture edilizie testimoniano la preesistenza di attività produttive e destinazioni residenziali un tempo coesistenti. Allineato lungo la fondamenta di San Giobbe si specchia sul rio di Cannaregio che fu, ed è tuttora, la via d'acqua più importante del sestiere dopo il Canal Grande; a pochi passi si trova il ponte delle Guglie facente parte del grande itinerario pedonale che, partendo dalla vicina stazione ferroviaria, raggiunge il centro della città attraverso la Strada Nuova e S. Bartolomeo.

Confini:

L'immobile confina a nord con Fondamenta Savorgnan e ad est, sud, ovest con altre proprietà.

Consistenza:

Il quattrocentesco Palazzo Testa si sviluppa su una superficie complessiva di 2.629 mq ad uso scolastico.

Vincoli:

Immobile vincolato a' sensi art. 1 L. 1089/39 e sottoposto alle disposizioni della L. 171/1973

Provenienza:

Nel catasto Napoleonico (1809) l'edificio in oggetto, identificato con i numeri di mappale 8137 e 8142, risulta registrato alla ditta Moisè Coen Salomone, cui era pervenuto nel 1808 dalla ditta Bernardin Lodovico Testa di Marsciano. Nella "notifica" presentata nel giugno 1805 alla Commissione Provinciale del Censo dall'agente del conte Francesco Testa di Marsciano di Roma, vengono descritti gli immobili di proprietà nella contrada di San Geremia, fra i quali una serie di case "alle Due corti" e in calle della Misericordia, identificate con i numeri civici 561, 565 - 570, 575 e 582. In particolare il civico 561 corrisponde ai numeri di mappale del Catasto Napoleonico sopraindicati ed è descritto quale "case due unite per uso della fabbrica terraglie", locata a Geminiano e Vicenzo Cozzi. Nella successiva "notifica" presentata nell'aprile 1808, dall'agente del conte Bernardin Lodovico Testa di Marsciano, vengono nuovamente descritti gli stessi immobili ("case n. 14 con magazzini") locati a Vicenzo Cozzi per lire venete 3872 annue in base a contratto di affittanza dell'ottobre 1791. Una annotazione sulla camicia del fascicolo segnala il passaggio degli stessi "in dita Coen Moisè del fu Salamon Vita". Nel fondo archivistico dei Dieci savi alle decime di Rialto, i magistrati che avevano competenza su tutto ciò che riguardasse le decime, ossia la principale imposta diretta del sistema fiscale repubblicano, risulta che l'edificio in oggetto era stato, da sempre, proprietà e residenza della famiglia Testa fin dal 1531. Nella "condizion di decima" presentata nel 1526 (Dieci savi sopra le decime in Rialto, Redecima 1514, San Geremia n.152) Bernardin Iacomo Testa dichiara soltanto beni in terraferma, mentre la sua "condizion" del 1514 (segnalata nel "quaderno trasporti" corrispondente al n. 151 della contrada di san Geremia) risulta mancante fin dal XVI secolo, come si desume da una annotazione coeva in filza. Nella "condizion" presentata nella Redecima 1537 lo stesso dichiara di possedere "... una casa da statio con orto et vigna dove abitto in San Jeremia", corrispondente con ogni probabilità all'edificio in oggetto. Con due traslati del 4 luglio 1531 si registra il trasferimento di proprietà da Cristoforo Centon e da Zuan Battista q.m Donado al ricordato Bernardin di due metà di una "chaxa posta in la contrà di san Ieremia", pervenuta per successione ereditaria dal comune genitore. Il testamento di Donato Centon Cristoforo del 1511 è in atti del notaio veneto Chiodo. Zanfrancesco, figlio di Bernardin Testa, presenta nella Redecima del 1566 la "condizion" Cannaregio 282. Nella redecima del 1582 un'altro Zanfrancesco, figlio di Damian, presenta la "condizion" Cannaregio 898 nella quale dichiara, fra le altre proprietà site nella contrada di san Geremia, ".. una casa da statio con suo horto nella qual habito". Con traslato 29 aprile 1626 la proprietà viene registrata al figlio Bernardin, cui pervengono altre proprietà con traslati 20 e 22 dicembre 1638 dallo stesso Zanfrancesco e da Gerolamo Damian. Si segnalano inoltre le "condizion aggiunte" 8182 e 8745. I successivi traslati 30 dicembre 1653 e 25 febbraio 1657 registrano ulteriori trasferimenti di proprietà nell'ambito della famiglia Testa, da Zanantonio e Gerolamo Damian e da Bernardin a Damian Zanpiero Zanantonio. Successivamente l'edificio, pur rimanendo proprietà della famiglia Testa, viene dato in locazione. Nella Redecima 1661 Damian Zanantonio presenta la "condizion" Cannaregio 137 in cui dichiara di affittare per 300 ducati annui "la casa da statio con suo horto" in san Geremia. Con traslato 16 dicembre 1685 la proprietà viene iscritta da quest'ultimo a Uberto Domenico che, nella Redecima 1711, presenta la "condizion" san Marco 784 ("casa con suo horto") affittata per 335 ducati annui. Nella redecima 1740 infine Uberto Testa presenta la "condizion extra" n. 393 ed il traslato l marzo 1760 trasferisce la proprietà al ricordato Bernardin Ludovico. Più recentemente, con atto di compravendita rep.40654 in data 17.12.1984, la BI-INVEST FINANZIARIA di Investimenti S.p.a. vende l'immobile alla AGRILEASING - Società di Locazione Finanziaria S.p.a., e successivamente la Provincia di Venezia, il 6 luglio dell'anno 1988 con rogito del Notaio Polizzi, rep.n. 47707, acquista da quest'ultima società l'immobile denominato Palazzo Testa.

Note storiche:

La struttura insediativa dell'area in esame, appare determinata dal tessuto edilizio compatto lungo il Canal Grande ed il Canale di Cannaregio. All'interno di questa cortina la zona si rivela molto eterogenea, in cui coesistono frammenti di strutture edilizie diverse per carattere, età, tipo e funzione, memoria e risultato di una evoluzione storica complessa e contraddittoria. Durante il suo processo formativo, ed una edilizia residenziale formalmente qualificata di impianto tre-quattrocentesco, il palazzo Testa, compreso nell'area di intervento, ne è un esempio significativo. Integrata ad un uso del suo retrostante pseudo rurale (orti e giardini), si è affiancata, tra il 1500 ed il 1700, una diffusa e numericamente notevole presenza di abitazioni popolari e assistenziali, a schiera e a corte, strutturate lungo i canali interni ed ortogonalmente ai canali principali. Ne consegue che appare corrisposta all'urbana ruralità degli orti e dei giardini, un uso produttivo degli ampi spazi non edificati per l'impianto di piccola attività manufatturiera, ed in seguito per la costruzione di vere e proprie aree industriali. Palazzo Testa è un edificio gotico tipo a "C" con scala coperta nel cortile e un prospetto con una quadrifora riquadrata e due monofore per parte, ai lati, nel secondo piano.

Altre note:

 

Foto:
Palazzo Testa -  (foto Mario Fletzer), Fondamenta dove si affaccia il Palazzo Testa, prima del restauro (foto di Mario Fletzer), Foto d'epoca dell'interno del Palazzo, Foto d'epoca dell'interno del Palazzo, Palazzo Testa visto di lato prima del restauro (foto di Mario Fletzer), Palazzo Testa - prospetto principale a seguito del restauro (foto Mario Fletzer), Palazzo Testa -  (foto Mario Fletzer), Palazzo Testa -  (foto Mario Fletzer), Palazzo Testa -  (foto Mario Fletzer), Ex alloggio custode, ora adibito a spazi scolastici