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Di fronte alla Basilica di Santa Fosca, tra il verde della piazza, nei trecenteschi Palazzi del Consiglio e dell'Archivio ha sede il "Museo dell'estuario". Uno scenario suggestivo per una preziosa collezione che raccoglie opere d'arte dall'età romana al sedicesimo secolo, in gran parte rinvenute a Torcello o nelle altre isole dell'estuario lagunare.
Il Palazzo del Consiglio è oggi la sede della Sezione Medioevale e Moderna del Museo di Torcello. Espone le testimonianze della storia di Torcello dal VI al XVI sec.: formelle d'argento dorato del XIII sec., iscrizioni, frammenti di mosaici del XI-XII sec., frammenti scultorei dall'età bizantina al romanico, opere della scuola del Veronese, dipinti del XV-XVI sec., ceramiche veneziane e sculture lignee del '400. Di rilievo, un gonfalone tessuto in seta con fili d'argento, del 1336. Il Palazzo dell'Archivio, sede della Sezione Archeologica del Museo, custodiva un tempo l'archivio, purtroppo disperso, del Vescovado di Torcello.
217 mq, costituiscono la superficie della parte espositiva della sezione medioevale, identificata nel Palazzo del Consilio, mentre 188 mq rappresentano l'area del Palazzo e dell'Archivio. In prossimità e a completamento del compendio immobiliare descritto è presente inoltre un’area esterna di 1540 mq ove insiste un’antica chiesetta.
Vincolo a' sensi art. 1 L. 1089/39
Il Museo di Torcello venne istituito nel 1870 dal conte Luigi Torelli, prefetto di Venezia, il quale acquistò il Palazzo del Consiglio in condizioni di abbandono, lo restaurò e vi raccolse i numerosi reperti romani, bizantini e medioevali che giacevano sparsi nell'isola, e fece poi dono di tutto alla Provincia di Venezia. Nel I887 Cesare Augusto Levi, studioso veneziano, acquistato e restaurato il Palazzo dell'Archivio, vi ordinò le proprie raccolte archeologiche e artistiche di varie provenienze, e donò successivamente tutto alla Provincia di Venezia.
Per una corretta lettura dei reperti di provenienza esposti nel Museo, non si può omettere un breve cenno alla storia di Torcello, un tempo importante città, di cui oggi rimangono soltanto, attorno a poche modeste case, l'insigne basilica di Santa Maria Assunta, l'attigua chiesa di Santa Fosca e gli edifici già Palazzo del Consiglio e Palazzo dell'Archivio, oggi sedi del Museo. Se la storia di Torcello dal VII secolo a oggi è abbastanza facilmente ricostruibile non altrettanto si può dire per l'età antica, nella quale il silenzio delle fonti va integrato con i risultati delle ricerche archeologiche. Esse riguardano innanzitutto la vicinissima Altino, la cui realtà monumentale, di epoca romana, viene progressivamente messa in luce e per la quale non mancano attestazioni di presenze di un certo rilievo anche nell'epoca preromana. Altino era inserita in un contesto topografico che sempre più va delineandosi e che interessa tutta l'area lagunare e costiera: a partire dal II secolo a.C. una ben organizzata rete stradale (ricordiamo la via Annia del 131 a.C., che riprendeva una strada tracciata dal console Lepido nel 175 e sulla quale si innestò più tardi una via che seguiva più da vicino la frangia lagunare, e la via Claudia Augusta, del I secolo d.C., che da Altino raggiungeva i paesi d'oltralpe) si accompagnava a un percorso per acque interne che attraverso canali e spazi lagunari metteva in diretta comunicazione Ravenna con Aquileia. A queste direttrici si affiancava la rotta marittima, che aveva i suoi scali in sbocchi portuali attrezzati e oggi ben individuati, i quali si aprivano sui cordoni situati tra laguna e mare e che corrispondevano allo sbocco di fiumi navigabili lungo i quali erano facilmente raggiungibili le città dell'interno, Este, Verona, Padova, Treviso, Oderzo, Concordia. In tale quadro di comunicazioni articolate, le isole della laguna dovettero svolgere un ruolo ben preciso, offrendo approdi e stazioni intermedie che favorirono il popolamento. E' una realtà insediativa che trova la sua conferma in recenti ritrovamenti di strutture di epoca romana, e che, pur non potendosi qualificare come urbana, doveva avere una certa consistenza. Se a ciò aggiungiamo che scavi degli anni '70 hanno evidenziato a Torcello stratigrafie di epoca romana, possiamo ben concludere che l'isola fosse popolata anche prima che vi si rifugiassero i profughi altinati, i quali avrebbero scelto luoghi ben conosciuti e già abitati. In questa luce vanno riviste anche le notizie su molti materiali esposti nella sezione archeologica del Museo, che ricordano il loro ritrovamento nell'isola stessa. Nell'anno 638 il vescovo cattolico di Altino si trasferì a Torcello, e ciò lascia presumere che vi si sia trasferita anche buona parte della popolazione, e nel 639 venne fondata la basilica torcellana di Santa Maria, come documenta la lapide di fondazione che ricorda l'imperatore bizantino Eraclio, l'Esarca di Ravenna e le altre magistrature locali. Torcello ebbe il proprio maggiore sviluppo fra i secoli VII e X, dovendo la sua floridità al commercio, alimentato dapprima dalle saline, un tempo molto estese nelle lagune, e poi dai traffici sempre più estesi: nel x secolo l'imperatore bizantino Costantino Porfirogenito definì Torcello "grande emporio". Nel corso dei secoli successivi l'accentramento in Venezia di tutte le principali attività produttive provocò una lenta ma inarrestabile decadenza economica e demografica di Torcello, accentuata nel XV secolo da impaludamenti della laguna che compromisero la salubrità della zona. Dopo quest'epoca troviamo la città spopolata, sede di alcuni conventi rimasti, in parte, fino alle soppressioni napoleoniche, e di poche centinaia di abitanti dediti per lo più alla pesca e all'agricoltura. Lo stesso vescovado si trasferì di fatto a Murano alla metà del XVII secolo, e vi rimase fino alla sua soppressione nel 1818. Lo spopolamento di Torcello, iniziato nel XV secolo, è proseguito fino ai nostri giorni, talché oggi la popolazione dell'isola è ridotta a poche decine di abitanti. Ad esso si deve tuttavia la conservazione nelle loro forme medioevali della basilica e della chiesa di Santa Fosca, che altrimenti sarebbero state ricostruite in forme rinascimentali o barocche come pressoché tutte le chiese coeve di Venezia, con la fortunata eccezione di San Marco. E' infine da ricordare che la visita di Torcello va integrata con quella di Altino, che di Torcello era la città-madre, separata solo da un breve tratto di laguna. I recenti scavi hanno riportato alla luce diversi resti dell'antica città e molti monumenti e reperti oggi conservati nell'importante Museo nazionale altinate.
Altre tipologie che costituiscono l'immobile:
CITTA' METROPOLITANA DI VENEZIA
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