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Portogruaro, consegnati al liceo i bassorilievi sottratti

10 Dicembre 2012

Venerdì 7 dicembre al liceo XXV Aprile di Portogruaro l’assessore all’Edilizia scolastica Giacomo Gasparotto, la dirigente scolastica Renata Canciani e il Procuratore della Repubblica di Venezia Luigi Delpino, hanno partecipato alla cerimonia di consegna dei bassorilievi che erano stati indebitamente sottratti da Palazzo Fasolo, succursale del liceo, che sono stati posizionati nella sala d’ingresso della scuola.
 
Alla cerimonia sono intervenuti anche il professor Adriano Rigo che ha illustrato la storia artistica dei bassorilievi, il sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Venezia Stefano Ancilotto, il comandante della Polizia tributaria di Venezia col. Renzo Nisi e il sindaco della città Antonio Bertoncello. Presenti inoltre alcuni docenti e rappresentanti del Consiglio di istituto, i tecnici e dirigenti della Provincia di Venezia Andrea Menin e Giuseppe Chiaia.
 
Assessore Gasparotto: «Questa è una giornata di legalità, giustizia e vicinanza ai ragazzi. Abbiamo lavorato per restituire alla collettività un simbolo. Da questa vicenda abbiamo ottenuto un risarcimento di un milione di euro che abbiamo totalmente investito nelle scuole. In questo liceo siamo riusciti a realizzare in pochi mesi importanti lavori di adeguamento sanitario investendo un milione e duecentomila euro. Ora stiamo recuperando anche palazzo Fasolo, pur in presenza degli studenti che stanno frequentando. Entro poco tempo riusciremo a concludere l’adeguamento per la prevenzione incendi in tutte le scuole di Portogruaro. Questo sta a dimostrare che quando si lavora tutti insieme con sano spirito di collaborazione si ottengono risultati importanti».
 
Parole di apprezzamento ai tecnici e a tutta la Giunta Zaccariotto sono state espresse dalla dirigente scolastica Renata Canciani perché «le opere recuperate sono state riportate in un luogo dove si insegna proprio ciò che è all’origine della nostra civiltà». Apprezzamento anche da parte del sostituto procuratore Ancilotto per la positiva conclusione di questa vicenda che ha un alto valore simbolico «perché anche se la giustizia è lenta, alla fine arriva».
 
Secondo quanto rilevato dalla soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto, uno dei due bassorilievi “risulta un pezzo di raffinata esecuzione, la cui tecnica scultorea farebbe pensare ad un’opera antica, contrariamente all’insieme degli elementi iconografici che non sembra trovare riscontro nell’antichità. Se ne conferma pertanto, il notevole interesse storico-artistico”. L’altro bassorilievo risulta invece essere opera moderna, probabilmente non finita.